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  • Immagine del redattoreDott. Gaetano Ricignolo

Fascite plantare: l'importanza dell'approccio multidisciplinare

Oggi abbiamo avuto l'ulteriore conferma (come se ce ne fosse ancora bisogno) dell'importanza di lavorare con approccio multidisciplinare nella cura di patologie altrimenti difficili da risolvere in tempi rapidi.

Un nostro Paziente, da noi già trattato per fascite plantare 4 mesi fa, è stato bene fino circa due settimane fa.


Purtroppo, contrariamente a quanto da noi consigliato, dopo il trattamento per vari motivi non ha eseguito né la valutazione per il confezionamento di un adeguato plantare né gli esercizi di stretching e di fisioterapia.

Alla mancata osservazione della prescrizione medica dopo qualche settimana si è aggiunta una febbre urosettica, che lo ha costretto a fare due cicli di terapia con antibiotici della classe dei chinolonici (Ciprofloxacina e Levofloxacina) che sappiamo essere dannosi nei confronti di tendini e fasce.


Dopo circa 5-6 giorni dall'inizio della terapia chinolonica inevitabilmente è ricomparso il dolore.

Crediamo che il mancato completamento terapeutico (con la fisioterapia) il mancato uso di una adeguata calzatura munita di plantare, assieme alla interferenza farmacologica, siano responsabili della recidiva, questo testimonia quanto sia fondamentale un approccio "olistico" e multisciplinare per il benessere del paziente.

Oggi quindi abbiamo ritrattato la fascia plantare con il protocollo, che prevede, sotto guida ecografica, l'anestesia locale, il needling della fascia all'inserzione, un'infiltrazione intrafasciale con acido ialuronico a basso peso molecolare, e infine l'infiltrazione con corticosteroide tra fascia e cuscinetto adiposo del tallone. A fine seduta abbiamo ribadito l'importanza della fisioterapia e della correzione dell'appoggio.


Stavolta, siamo certi, le indicazioni saranno eseguite alla lettera.

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