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L’importanza di un piano di cura completo per risolvere il problema della Spalla Dolorosa

  • gaetanoricignolo
  • 14 feb
  • Tempo di lettura: 2 min

La spalla è un’articolazione complessa, composta da più articolazioni, da alcuni tendini che costituiscono la cuffia dei rotatori, dal tendine del capo lungo del bicipite, da legamenti e borse.


Quando, per motivi vari (calcificazioni, traumi, posture, sovraccarichi, attività sportiva etc.) l’armonia articolare viene alterata, é frequente che il dolore e la limitazione funzionale persistano a lungo, nonostante le terapie farmacologiche di base, fisioterapia e terapie fisiche.


La spalla infatti per ritrovare il suo equilibrio necessita di potersi muovere in maniera completa, cosa impossibile se c’è il dolore.


Il movimento limitato genera a sua volta sindromi da conflitto determinate dalla perdita della posizione centrica della testa dell’omero.


I conflitti, a loro volta, provocano irritazione, infiammazione e quindi dolore. Un vero e proprio circolo vizioso!


La strategia del piano di cura, nella nostra ventennale esperienza, è la più efficace con un indice terapeutico molto elevato che supera il 90%.


La presa in carico del paziente ci consente di accompagnarlo fino alla stabilizzazione del risultato.

Generalmente infatti il paziente sta bene già dalla prima-seconda terapia, quindi già nella prima settimana, ma la vulnerabilità alle recidive è significativa per circa 6 mesi!


Ma cosa intendiamo per “piano di cura” ?


Questa di seguito è la “sequenza magica” che ci consente i successi terapeutici della nostra casistica:


  1. la valutazione clinico-ecografica di partenza con l’inquadramento del problema, la diagnosi e l’impostazione della terapia;

  2. la prima terapia medica, infiltrativa di precisione, cioè ecoguidata, anche detta infiltrazione di II livello;

  3. l’addestramento agli esercizi terapeutici di partenza;

  4. la seconda terapia ecoguidata dopo sette giorni;

  5. il controllo clinico-ecografico dopo 1 mese;

  6. il controllo clinico-ecografico dopo 3 mesi;

  7. un eventuale terzo trattamento (se necessario e senza oneri aggiuntivi) in un periodo di presa in carico di 6 mesi, a garanzia del paziente.

  8. eventuali ulteriori controlli nei sei mesi, senza un numero predefinito o contingentato, cioè quanti servono in relazione ai bisogni del paziente.



Inoltre, quando è necessario, attiviamo anche la fisioterapia assistita con lo specialista della riabilitazione che rivaluta il quadro delle disfunzioni che residuano dopo la terapia medica e la fisioterapia di base, e modifica in maniera opportuna gli esercizi adattandoli alla situazione specifica.


Infine, in alcune situazioni quali la tendinopatia calcifica multipla o recidivante, prescriviamo esami specifici di laboratorio e genetici, per individuare l’origine del problema e consigliare le migliori strategie per abbattere la probabilità di recidiva e disinnescare potenziali patologie connesse con la tendenza alle calcificazioni in sede ectopica (cioè fuori dall’osso).

Alcuni esempi di tali patologie sono le calcolosi (renale, salivare, colecistica), le calcificazioni delle placche e l’osteoporosi.


Con questo modello onnicomprensivo, internistico (come la formazione di chi scrive) il paziente viene accompagnato fino al suo massimo risultato di cura possibile.


Dott. Gaetano Ricignolo

Responsabile del Servizio dì Ecointerventistica Firenze



 
 
 

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